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L'arte della pazienza (e la musica come cura)

  • Immagine del redattore: simona Mariotti
    simona Mariotti
  • 12 feb 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 28 mar 2022

Per il Dalai Lama Gyatso Tenzin è l'antidoto contro l'ira.

Per i cinesi addirittura la pazienza sfocia nell'inattività, che lascia fare al destino.

Per noi occidentali, me compresa, è una capacità persa nella cacofonia generale degli impegni quotidiani.

Manca la pazienza di leggere un libro complesso senza saltare qualche pagina, manca l'entusiasmo nell'essere lenti e pazienti, nel fermarsi ad annusare, ascoltare, rimanere passivi..

Ma c'è una pratica che aiuta a riequilibrarsi in questo senso.

Quale può essere se non lo studio dello strumento?

Il processo di costruzione di un brano, l'attesa e il lavoro nella preparazione. La CURA nella produzione del suono (con conseguente appagamento dell'orecchio che non fa mai male).

Che siano 5 note o 5 mila, il trionfo e la goduria di un lavoro ben fatto è impagabile. Ancor più se le note sono meno di 5!!!!!


Si tratta di una capacità EDIFICANTE in tutti i sensi. L'attitudine alla pazienza è la migliore alleata tra le doti di uno strumentista e di una persona completa.

Di conseguenza, capacità assolutamente necessaria per un bambino moderno, inzuppato in questo pentolone di musica fast, di cibo fast, e di emozioni fast.

Una cosa di cui mi accorgo spesso nei piccoli musicisti, è un'autonomia di tempo pari a zero nel cercare di costruire una piccola melodia. Il far ripetere due o tre volte un'inciso equivale all'infliggergli un'enorme noia, vorrebbero subito tutto pronto! Come per magia! E questo porta ad un'enorme scoraggiamento.

Credo non sia mancanza di autostima, ma mancanza di pazienza.

E la musica aiuta tanto, anche in questo senso, ad essere delle persone migliori. Più inattive, più in ascolto, più pazienti.


Ricordatevelo, quando dovete scegliere che attività far fare al vostro bimbo ;)











 
 
 

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