Affrontare la paura della solitudine con uno strumento musicale
- simona Mariotti
- 8 feb 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Questi due anni di silenzio hanno un pò inaridito l'ispirazione verso contenuti musicali. Devo dire che ne ho approfittato per ascoltare tanto, cosa che i ritmi forsennati della vita di 'prima' non permettevano. Dai cori alpini, alle arie d'operette, a qualsiasi cosa che non fosse necessariamente strutturato e complesso, ma BELLO.
E dopo aver rinnovato la mia preziosa capacità di ascolto ho pensato a quale potesse essere l'insegnamento appreso in tutta questa strana situazione. Più che un'insegnamento è un'esperienza da condividere, approfondita, per cause di forza maggiore, ai massimi livelli.
Scrive lo psichiatra Raffaele Morelli, a proposito del lockdown: "Quello che si sta sperimentando più di tutto, in questi giorni, è un profondo senso di solitudine. Solitudine che viene vissuta come una prigione e non come un’esperienza. Poiché viviamo in un’epoca in cui non siamo mai da soli, in cui il silenzio ci fa paura e siamo sempre connessi."
Con la mia solitudine ho sempre convissuto molto bene. Le dedico costantemente spazio e tempo perchè ne sento la necessità e credo che lo studio del clarinetto abbia riforzato questo legame e appuntamento giornaliero con me stessa. Non mi sono mai sentita sola. Con me ci sono i pensieri, lo strumento, gli obiettivi, la costruzione di qualcosa, e un'accozzaglia di note da mettere in ordine e gustarsi dopo una più o meno dura sessione di elaborazione dello spartito. Sono sempre stata in compagnia quindi!
Che siano mesi di lockdown, momenti della giornata, un giorno alla settimana, in cui ci ritroviamo da soli, lo strumento musicale ci viene in aiuto, laddove sentiamo che il rimanere soli ci spaventa.
Sederci in una stanza con un flauto, un clarinetto, un fagotto, un corno, un trombone e mettersi di fronte ai propri limiti, al superamento dei propri limiti, alle paure e alle debolezze, alla capacità di concentrazione, alle sfide. Quel silenzio che noi siamo abituati a riempire vomitando parole, si trasforma in un incontro con noi stessi, sempre più entusiasmante, perchè cresciamo noi assieme alle nostre capacità musicali. Quale migliore compagnia della musica?
E giorno dopo giorno, con costanza capiamo di vivere qualcosa di veramente interessante di cui non possiamo fare a meno.
Ci sono le persone, c'è la bellezza dello stare assieme, e poi ci siamo noi, che non dobbiamo aver timore di rimanere soli davanti ad uno strumento con la paura di annoiarci, perchè potrebbe essere una dimensione molto più divertente di quello che pensiamo.
Prima di godere della musica con gli altri, devi godere della musica che scaturisce da te e lo strumento musicale che hai scelto, non è che il tuo prolungamento.
La solitudine come esperienza, come espressione, come esternazione.
Simona

Comments